Il mio primo viaggio in Cina avvenne dal 29 maggio all’8 giugno 1998 e mi portò da Shanghai a Wuxi, poi a Nanchino (Nanjing) e infine a Pechino. In ognuna di queste città visitammo membri della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, autorità religiose e civili. Avevo imparato a non dire “la Chiesa Avventista in Cina” perché ufficialmente non esisteva. Gli avventisti fanno parte del Consiglio Cristiano Cinese (CCC), fondato nel 1980 e al cui interno sono riunite le chiese protestanti riconosciute. è diventato membro del Consiglio Ecumenico delle Chiese nel 1991. (1) Il CCC è responsabile della formazione dei pastori in 13 seminari, dell’istruzione teologica, della pubblicazione di Bibbie e letteratura cristiana e degli scambi tra chiese in Cina e all’estero. L’organizzazione che conoscevo era il Movimento Patriottico delle Tre Autonomie, o in inglese Three Self Patriotic Movement (2) (TSPM), organo di collegamento tra il protestantesimo ufficiale e il governo. (3) I principi delle tre autonomie sono: autogestione, autofinanziamento, autopropagazione e fanno riferimento al cosiddetto “metodo Nevius”, del missionario John Livingstone Nevius (1829-1893), ripreso da Henry Venn e Rufus Anderson ai tempi della Missionary Society of Churches dal 1841 al 1873. L’obiettivo missionario era quello di non far più dipendere le chiese in Cina da organizzazioni cristiane esterne. Questo principio fu redatto per la Cina alla conferenza di Shanghai nel 1892. Nel 1954, la nuova Repubblica Popolare Cinese lo adottò con l’intenzione di controllare le chiese, attribuendo loro una dimensione patriottica, antimperialista, anticapitalista (4) e per isolarle dalle loro consorelle straniere.

Tuttavia, se ci riferiamo all’articolo 36 della Costituzione, la libertà religiosa è ufficialmente accettata: “i cittadini della Repubblica popolare cinese godono della libertà religiosa. Nessun ente statale, nessun gruppo sociale, nessun individuo può obbligare un cittadino a sposarsi o a non praticare una religione, né ad adottare un atteggiamento discriminatorio nei confronti del cittadino credente o non credente”. Significativa la frase seguente: “Lo Stato tutela le normali pratiche religiose”. Quindi, qualsiasi pratica che lo Stato laico ritiene anomala verrebbe condannata.

Tra queste l’attacco all’ordine pubblico, alla salute, all’istruzione statale e soprattutto, i gruppi e gli affari religiosi non sono soggetti ad alcuna dominazione straniera. (5) In teoria, quindi, la religione ha diritto di esistere in Cina, come altrove nella maggior parte dei paesi in cui vige un regime comunista. Sono cinque quelle riconosciute: buddismo, cattolicesimo, taoismo, islam e protestantesimo, tutte soggette al controllo da parte dello Stato e del Ministero degli Affari Religiosi del governo.

In questo contesto, gli avventisti, che osservano il sabato come giorno di riposo godevano di un trattamento speciale: (6) potevano infatti riunirsi di sabato nelle chiese protestanti. Con tutti i rami del protestantesimo unificati, non era più necessario aumentare il numero degli edifici religiosi.

La prima visita in Cina rappresentò per me il contatto iniziale con quella realtà. In quel proficuo momento e negli anni a seguire, la condizione della libertà religiosa pareva migliorare. Le relazioni pervenuteci, le testimonianze e i contatti che intrattenevamo regolarmente con le autorità andavano in quella direzione. La visita di due presidenti della Conferenza Generale (organo dirigenziale della Chiesa Avventista, n.d.t.) nel 2009 e nel 2011 non fece altro che confermare questa impressione. Il Presidente avventista Jean Paulsen affermò durante un saluto pubblico: “… tante cose sono cambiate in Cina negli ultimi due decenni, e sebbene la libertà – una maggiore libertà sia difficile da misurare, sono molto riconoscente del fatto che siano avvenuti tanti cambiamenti in questa nazione”.

Due anni dopo, la visita del Presidente Ted Wilson, accompagnato dai più alti dirigenti della Chiesa Avventista, confermò il rafforzamento delle nostre relazioni ufficiali. Wilson ha avuto l’opportunità di incontrare diverse migliaia di membri, tremila dei quali a Shanghai. Sembravano essere stati fatti passi avanti importanti. (7) Il numero dei membri era stimato in 400.000, la stragrande maggioranza dei quali erano donne. (8) Diverse chiese di nuova costruzione, con capienza di migliaia di posti, hanno avuto il coraggio di esporre il logo della Chiesa Avventista.

Dal 2013, con l’ascesa al potere di XI Jinping, le cose sono cambiate.

Ritorno alla persecuzione

Mi è servito del tempo per rendermi conto della realtà. Avevo avuto buone sensazioni durante il mio ultimo viaggio a Pechino dall’11 al 13 dicembre 2012. Ero stato invitato con diversi accademici americani ed europei a un simposio sul tema dell’aiuto umanitario alle organizzazioni religiose.

Ho avuto il privilegio di presiedere una sessione plenaria e un incontro davanti a tanti studenti. L’evento è stato eccezionale. Un funzionario ha accolto con entusiasmo l’arrivo di una nuova primavera cinese nel campo della collaborazione con le organizzazioni umanitarie religiose. Tutto faceva pensare che i credenti potessero fornire aiuti umanitari ai cittadini cinesi più poveri, come accadeva in molti paesi. (9) Ovviamente, con delle regole da seguire. Ma quest’apertura non ha  fatto  che confermare le impressioni dei miei viaggi precedenti e la presenza di una libertà relativa. Pochi giorni dopo, ho appreso che una dichiarazione del PCC metteva in guardia dall’intrusione delle religioni nel mondo accademico. Questa reazione ha segnato il ritorno a una politica bloccata, basata sull’ideologia atea marxista.

I motivi di questa svolta

La Repubblica Popolare Cinese può vantarsi di aver realizzato una svolta straordinaria nel Paese. Conservo i ricordi di una Cina estremamente povera e con alto tasso di corruzione delle classi dirigenti, mi viene in mente un’immagine di bambini piccoli che muoiono di fame sul ciglio della strada. In poco più di cinquant’anni il Paese è uscito dalla povertà ed è diventata la seconda superpotenza mondiale. Dobbiamo sempre tenerlo presente se vogliamo capire la Cina oggi. Napoleone, che aveva rialzato la Francia dopo la rivoluzione, lo comprese bene: “Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà. La Cina era un gigante addormentato.” Il gigante si è risvegliato e bisogna fare i conti con lui. (10) Ma perché perseguita i credenti? Perché non legarli alla nazione garantendo loro le stesse libertà che hanno negli Stati Uniti, in Brasile, in Europa, in Africa…? Perché ricadere negli errori dell’Unione Sovietica?

Con l’ascesa del presidente XI Jinping nel 2013, inizia un nuovo periodo di regressione delle libertà, che porta alla chiusura libertaria dei luoghi di culto, allo smantellamento delle croci ostentate sulle chiese, all’interrogatorio e all’arresto dei capi religiosi. (11) Il presidente richiama all’ordine i membri del PCC, che devono professare l’ateismo e non frequentare i luoghi di culto. (12)

Nel 2018 il PCC ha definito un piano quinquennale per la sinizzazione delle religioni. L’obiettivo è quello di promuovere un cristianesimo cinese con i colori del marxismo. Il piano prevede la ritraduzione di alcuni passaggi della Bibbia e annotazioni per essere più in linea con l’ideale socialista. Coloro che vi si oppongono vengono condannati.

Ad esempio, nella provincia di Zhejiang, tra il 2015 e il 2016 le autorità hanno rimosso le croci da circa 1.700 chiese, sostituendole con bandiere cinesi. I ritratti di Gesù sono stati vietati nelle case delle province di Jiangxi e Henan, le citazioni bibliche rimosse dalle porte delle case abitate da cristiani. Nel 2019, testimoni hanno riferito che i 10 comandamenti sono stati rimossi da quasi tutte le chiese ufficiali e sostituiti con citazioni del Presidente. Il governo controlla il contenuto delle prediche, gli studenti universitari non possono frequentare le chiese, le Bibbie non possono più essere vendute su internet. (13)

La chiesa evangelica di Jindengtai, situata a Linfen nella provincia dello Shanxi, a sud-ovest di Pechino, annoverava 50.000 fedeli.14 è stata demolita il 9 gennaio 2021 perché non c’era il permesso di edificabilità.

Il 22 settembre 2018 il governo cinese e il Vaticano hanno firmato un accordo provvisorio sull’ordinazione dei vescovi. Un argomento di forte tensione. Questo accordo doveva porre fine alla divisione del Cattolicesimo tra l’Associazione Patriottica Cattolica Cinese gestita dal governo e la Chiesa sotterranea fedele a Roma. L’accordo (ma il testo non è stato divulgato) darebbe vita alla Chiesa Cattolica Cinese Unita. Il governo continuerebbe a nominare i vescovi e il Papa avrebbe diritto di veto. (15) Tale memorandum è stato rinnovato nell’ottobre 2020.

Da segnalare anche la persecuzione degli uiguri, minoranza etnica musulmana, concentrata nella regione autonoma uigura dello Xinjiang (16) nord-occidentale. Su una popolazione di circa 11 milioni di persone, pare che 1,8 milioni siano detenuti in centri di riabilitazione. Pechino incolpa gli attivisti uiguri di una serie di attacchi nello Xinjiang, a Pechino e in diverse parti della Cina, già dal 2013. (17)

Si menziona anche la persecuzione dei membri del Falun Gong.

Nel febbraio 2021 l’amministrazione statale cinese ha emanato una serie di regolamenti in materia religiosa, chiamate “Misure per l’amministrazione del personale religioso.” Contengono 52 articoli applicabili al clero secondo cui le religioni ufficiali devono essere leali al PCC. (18) I leader devono astenersi dall’attività religiosa illegale e dall’estremismo. Devono anche mettere in pratica i principi socialisti per mantenere la sicurezza, la stabilità sociale e l’unità nazionale.

I provvedimenti sono entrati in vigore il primo maggio 2021 e rimettono in discussione l’accordo raggiunto con il Vaticano nel settembre 2018 e rinnovato nel 2020 concernente la nomina dei vescovi. Tali nomine verranno effettuate sotto la guida del PCC.

L’articolo 3 invita i leader religiosi a sostenere la leadership del PCC, a non criticarla, a non mettere in pericolo la sicurezza nazionale né a essere dominati da forze straniere (articolo 12). Questa politica di sinicizzazione della religione mira a rendere  i leader religiosi sostenitori del PCC marxista e ateo. (19)

Le ragioni della persecuzione

A mio avviso, sono tre i motivi alla base della recrudescenza della persecuzione: Ideologia, crescita numerica dei credenti e terrorismo.

  • Ideologia

Lo stato cinese non è laico. è ateo, impegnato nella promozione e nella difesa dell’ateismo. è la sua natura. Qualsiasi altra credenza è vista come una minaccia alla sua esistenza. Il PCC, come la maggior parte dei partiti comunisti al potere, è disposto a tollerare solo una religione limitata alla vita privata, senza alcuna visibilità pubblica. Questo per paura di perdere il controllo delle masse. La caduta dell’Unione Sovietica, e il ruolo del Vaticano e della chiesa cattolica, sono stati una grande lezione per il PCC, un monito, un punto di riferimento ed è sorprendente perché in campo economico i dirigenti cinesi si sentono a proprio agio con il marxismo duro e puro, cosa che l’URSS non ha mai saputo fare, e che è alla base del loro successo.

  • La crescita del numero dei credenti

Nonostante persecuzioni che avevano raggiunto l’apice durante la Rivoluzione Culturale, ma che si sono poi ripresentate, il numero dei credenti ha continuato ad aumentare. I dati ufficiali del governo per il 2018 riconoscono 144.000 luoghi di culto registrati, inclusi 33.500 templi buddisti, 9.000 templi taoisti, 35.000 moschee, 6.000 chiese cattoliche e 60.000 protestanti. (20)

Secondo l’associazione Porte Aperte, i dati parlano di 97,2 milioni di cristiani nel 2019 contro i 4 milioni prima del 1949. All’epoca i cattolici erano i più numerosi: 3 milioni di iscritti a fronte di 1 milione di protestanti (700.000)21. Secondo varie fonti, il numero degli evangelici si avvicinerebbe oggi ai 100 milioni. (22)

All’inizio di questo stesso anno, i membri della Chiesa Avventista sarebbero stati, secondo le statistiche diffuse dalla Conferenza Generale, 476.047, suddivisi in 1.139 chiese. (23) Crescita lenta, rispetto a tutti gli evangelici, ma costante. Qualsiasi segno di incremento dei credenti suona come un fallimento per il PCC, per la sua ideologia e strategia marxista. Coinvolgere sistematicamente credenti che rifiutano di far parte di organismi ufficiali, nemici della nazione e agenti di potenze straniere è uno scenario ben noto in tutti i regimi totalitari. I cristiani che ho incontrato in Cina sono orgogliosi di essere cinesi e non sono agli ordini di missioni estere. A volte, è vero, travolti dal loro zelo e dalla porzione di libertà che le autorità regionali avevano lasciato loro un tempo, costruivano grandi chiese senza attendere le autorizzazioni previste. Bisogna però tenere presente che la burocrazia trascina per molto tempo le richieste, pretende liste infinite di documenti e meno gloriose tangenti.

Ma il dinamismo dei cristiani non è contro lo Stato. Quello che chiedono è maggiore libertà di vivere la loro fede, non di rovesciare il governo o instaurare un regime cristiano. Se le autorità di questo grande Paese potessero capirlo, ne trarrebbero grande beneficio.

  • Terrorismo

Questa è l’accusa mossa alla minoranza musulmana e in particolare ai 10 -12 milioni di uiguri. è vero che per un regime ossessionato dall’unità e dalla sicurezza è facile equiparare un’intera popolazione a una minoranza di terroristi. La questione si complica quando si tratta di un gruppo etnico, che vive in un territorio specifico, parla un’altra lingua e desidera maggiore autonomia o addirittura indipendenza. è altresì vero che i sospetti sull’Islam politico non si basano sull’immaginazione. C’è stata un’ondata di attacchi attribuiti a islamisti e separatisti. Può giustificare la persecuzione di un milione di uiguri? è comprensibile che le autorità cinesi, vedendo cosa stia succedendo nel mondo, scelgano la fermezza di fronte al terrorismo, ma che equiparino i credenti al terrorismo è un’altra cosa.

La caduta dell’Unione Sovietica è un esempio per la Cina. Ma quello che dovrebbe far riflettere le autorità è che le terribili persecuzioni che hanno colpito i credenti in URSS, e che hanno portato alla distruzione di chiese, e fatto milioni di morti, non sono riuscite a distruggere la fede. La persecuzione infligge colpi terribili, ma non può eliminare dal cuore di ogni essere umano questo bisogno di credere, di sperare in un futuro migliore, di credere in un aldilà di pace, giustizia e libertà. La grande potenza cinese sulla via del dominio mondiale dovrebbe ricordarlo. (24)

John Graz – Direttore del Centro Internazionale per gli Affari Pubblici e la Libertà Religiosa presso il campus avventista di Collonges-sous-Salève in Francia, è stato Presidente dell’Associazione Internazionale per la Difesa della Libertà Religiosa, e Direttore del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa presso la sede mondiale della Chiesa Avventista.

NOTE

1 www.oikoumene.org

2 Nome completo: The Three Self Patriotic Movement of the Protestant Churches in China.

3 Eleanor Albert and Lindsay Maizland, Religious Freedom in Russia, Council on Foreign Relations, 100. Last updated, September 25, 2020, 8:00 am (EST).

4 Le manifeste chrétien, pubblicato nel 1954 (1950). Philip L. Wickeri, Seeking the Common Ground Protes- tant Christianity, The Three Self Movement and the China’s United Front, WIPF & STOCK, Eugene, Oregon, 2011. Previously published by Orbis Books 1988.

Constitution of the Peoples Republic of China (Adopted at the Fifth Session of the Fifth National People’s Congress on December 4, 1982).

6 Il primo missionario, Abraham La Rue, arrivò a Hong Kong nel 1888. Nel 1904 c’erano 64 membri battezzati. Nel 1930 la missione in Cina fu organizzata in una Divisione con 156 chiese, 9.456 membri e 17 istituzioni educative e 11 istituzioni mediche. Nel 1950 i membri erano 21.000. Daniel Jiao, Chinese Union Mission, Encyclopedia of Seventh-day Adventists. www. encyclopedia.adventist.org. Ansel Oliver, Chinese Protestant leaders visit to headquarters precedes official visit to China next year, ANN, 04.10.2011.

7 Adventists Review staff, Wilson, GC Leaders Visit Adventist in China, Adventist Review, April 20, 2012.

8 Andrews McChesney, Woman Who Opened 400 Churches in China, adventistmission.org

9 Da notare la presenza di ADRA – Adventist Development and Relief Agency, e altre ONG.

10 Alain Peyrefitte, Quand la Chine s’éveillera … le monde tremblera, Fayard, 1973, 1980.

11 China, uscirf-recommended for countries of particular concern (CPC). Annual Report 2021.

12Arielle Del Turco, Religious Freedom in China, The History, Current Challenges, and the Proper Response to a Human Rights Crisis, Issue Analysis, December 2020 Edition. frc.org/china

13 Ibidem

14 Une megachurch dynamitée par le gouvernement chinois, info Chrétienne, 15 janvier 2018.

15 Ibid. nota 54.

16 Ibid. note 62-65.

17 Brice Pedroletti, Attacchi uiguri: la Cina alle prese con il terrorismo di massa, Le Monde, pubblicato il 20 maggio 2014 alle 19:04.

18 In, Lin XIN and Lin Xiaoyi, China issues regulations clergy, February 09. 2021, Globaltimes.cn

 19 China introduces new regulations restricting religious practice, April 30, 2021, ICN Independent Catholic News, May 25, 2021.

20 Eleanor Albert and Lindsay Maizland, Religious Freedom in Russia, Council on Foreign Relations, 100. Last updated, September 25, 2020, 8:00 am (EST).

21  David  Alexander  Palmer,  Le  protestantisme  en  Chine,  January  2006,  www.  researchgate.net/publication

22 Juliette Duléry, dottorando in Scienze Sociali a Parigi Diderot e specialista del Protestantesimo cinese. www.la croix.com/Religion/Protestantisme/En-Chine-evangelique_expansion -2019-03-18 232021 Annual Statistical Report, volume 3, astr. www.documents.adventistarchives.org

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