Abstract: L’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina ha contribuito a far emergere numerose faglie di un conflitto che, nel corso dei mesi, ha assunto una dimensione globale. Nel contesto di tale conflitto assume particolare importanza la dimensione religiosa che ribadisce, ancora una volta, la rilevanza geopolitica del fattore religioso.

Sommario: 1. Introduzione. – 2. La faglia religiosa: l’autocefalia Ucraina. – 3. Il Patriarca di Mosca e il conflitto. – 4. I “valori tradizionali” e l’uscita della Federazione Russa dal Consiglio d’Europa. – 5. Conclusioni.

Nota dell’autore: questo contributo è stato elaborato in occasione del seminario tenuto il 26 aprile 2022 presso il dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Firenze. Ringrazio il prof. Marco Croce per l’invito e gli studenti del corso di diritto ecclesiastico per la discussione.

1.   Introduzione

L’aggressione da parte della Federazione Russa nei confronti dell’Ucraina, cominciata il 24 febbraio 2022, ha dato luogo a un conflitto che presenta molteplici faglie e su cui si innestano diverse controversie che vanno dal conflitto militare a quello religioso alla violazione seriale dei diritti umani. (1) oltre ai motivi di natura economica, militare e politica, esiste un immaginario russo ben definito utilizzato al fine di giustificare le azioni della Federazione Russa. Tale immaginario si fonda sull’incapacità, o sulla non volontà, di riconoscere l’Ucraina come Paese indipendente non legato ai desiderata di Mosca. del resto, lo stesso Vladimir Putin, in un discorso del 22 febbraio 2022, aveva affermato che l’Ucraina era una «parte inalienabile della nostra storia, della nostra cultura e del nostro spazio spirituale». (2) L’aggressione russa ha così contribuito a inasprire il conflitto fra Russia e Ucraina e tra Russia e Paesi occidentali. In questo contesto alcune faglie del conflitto relative alla sua dimensione religiosa contribuiscono a illuminare la complessità della vicenda e il ruolo geopolitico del fattore religioso. (3)

2.   La faglia religiosa: l’autocefalia ucraina

Come sottolineato, l’attuale crisi tra Russia e Ucraina affonda le sue radici in molteplici ragioni. Tra queste non si possono trascurare quelle di ordine religioso. (4) La Chiesa ortodossa ucraina, fedele al Patriarcato di Mosca, è infatti chiamata a una prova non facile in cui appare ogni giorno più difficile mantenere una posizione credibile rispetto alla popolazione ucraina. Allo stesso tempo, la Chiesa ortodossa dell’Ucraina, da pochi anni indipendente da Mosca mediante il riconoscimento dell’autocefalia, si è rivelata essere un importante attore religioso e geopolitico. (5) Sul riconoscimento dell’autocefalia della Chiesa ortodossa dell’Ucraina si è giocata una delle più importanti partite geopolitiche internazionali degli ultimi anni, che ha visto confrontarsi attori nazionali e internazionali.

Dal punto di vista nazionale, il raggiungimento dell’autocefalia rappresentava un obiettivo importante per la classe politica ucraina al fine di sabotare l’operazione “mondo russo” (6) con cui la Chiesa di Mosca e Vladimir Putin hanno provato a egemonizzare le relazioni con numerosi Paesi dell’ex Unione Sovietica in nome della comune fede ortodossa. Come ha sottolineato Giovanni Cimbalo, le questioni che ruotano attorno al problema dell’autocefalia assumono una preminenza più politica che teologica in quanto essa rappresenta: «(…) un’esigenza politica del clero per mettersi al servizio della nazione e svolgere il compito che le è assegnato nell’ambito di un rapporto sinfonico con le autorità statali, per riceverne in cambio quel sostegno necessario a dare attuazione ed efficacia alla propria missione nella società, attraverso un corpo di leggi che rispecchino i valori propugnati e custoditi dall’ortodossia, ricevendo inoltre il finanziamento dello Stato». (7) Questa necessità appare particolarmente evidente nel contesto ucraino, dove negli ultimi anni si è cercata, sempre più spesso, una cesura netta rispetto all’influenza russa. Tale risultato è stato raggiunto con la concessione da parte del Patriarcato di Costantinopoli del Tomos dell’autocefalia il 6 gennaio 2019 (8). Questo ha sancito l’autonomia di Kiev e contribuito a inasprire i rapporti con Mosca, che all’esito della vicenda «non riconosceva la giurisdizione canonica di Costantinopoli sull’Ucraina, attribuendo invece la rappresentanza degli ortodossi ucraini in capo alla Chiesa auto-amministrata Ucraina del Patriarcato di Mosca». (9) A fine maggio 2022 anche la Chiesa ortodossa ucraina, ancora fedele al Patriarcato di Mosca, ha annunciato la sua volontà di rendersi autonoma e indipendente dalla Chiesa ortodossa russa all’esito di un sinodo presieduto dal metropolita Onufryi (Berezovskuij), le cui implicazioni sono ancora tutte da valutare. (10)

3.   Il patriarca di Mosca e il conflitto

 Il Patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill ha avuto un ruolo fondamentale nell’offrire una copertura teologica alle azioni di aggressione della Federazione Russa nei confronti dell’Ucraina. Sulla scia delle affermazioni di Vladimir Putin, ha rimarcato l’inscindibile unità di Russia e Ucraina, confermandosi come il supremo interprete della nuova teologia politica post-sovietica che vede nell’ortodossia e nei “valori tradizionali” una componente fondamentale dell’identità russa. (11) A tal proposito, risulta fondamentale il discorso che Kirill ha tenuto il 6 marzo 2022 nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, in cui ha attaccato «i cosiddetti valori che oggi vengono offerti da chi detiene il potere mondiale». (12) Nell’intervento Kirill ribadisce la ben nota critica a una ricostruzione dei diritti umani percepita come troppo individualista e, nello specifico, «le richieste rivolte a molti di organizzare una parata gay sono una prova di lealtà a quel mondo molto potente e sappiamo che se le persone o i Paesi rifiutano queste richieste allora non entrano in quel mondo, ne diventano estranei» (13). Allo stesso tempo Kirill non ha esitato a difendere le azioni delle forze armate della Federazione Russa in una logica di tutela degli interessi del potere politico. (14) Con la pubblicazione di un rapporto nell’aprile 2022, l’organizzazione non governativa Human Rights Without Frontiers ha chiesto alla Corte Penale internazionale di aprire un’indagine sulle azioni del Patriarca che potrebbero risultare in una violazione dell’articolo 7 e dell’articolo 8 della Convenzione di Roma. (15)

4.   I “valori tradizionali” E l’uscita della Federazione russa dal Consiglio d’Europa

 Negli ultimi venti anni la Federazione Russa, anche grazie all’importante contributo della Chiesa ortodossa, ha provato a influenzare una rilettura dei diritti umani a livello internazionale. (16) Questo sforzo di rilettura è particolarmente visibile sul tema del diritto alla libertà religiosa e di coscienza. Ad esempio, nei Fondamenti della concezione sociale della Chiesa Ortodossa Russa, approvati dal Concilio dei vescovi nell’agosto del 2000, si critica esplicitamente il diritto alla libertà di coscienza:

«La comparsa del principio di libertà di coscienza è la testimonianza di come, nel mondo contemporaneo, la religione da “fatto pubblico” divenga “fatto privato” dell’individuo. Per sé, questo processo testimonia la disgregazione del sistema dei valori spirituali e il venir meno dell’aspirazione alla salvezza nella maggior parte delle persone che affermano il principio della libertà di coscienza. Se inizialmente lo Stato è sorto come strumento di ratifica della legge divina nella società, la libertà di coscienza lo trasforma definitivamente in una istituzione esclusivamente terrena, che non ha obblighi religiosi di alcun tipo». (17) Alcuni studiosi, come Kristina Stoeckl, hanno ricostruito il posizionamento intellettuale della Federazione Russa e della Chiesa ortodossa russa rispetto a una lettura dei diritti umani percepita come troppo individualistica e libertaria. (18) è stato proprio questo lavoro intellettuale della Chiesa ortodossa russa, che ha sostenuto le posizioni con cui nel marzo 2022 la Federazione Russa ha annunciato di non voler più partecipare ai lavori del Consiglio d’Europa, essendosi tale istituzione trasformata in una piattaforma che sarebbe utilizzata per veicolare il “narcisismo occidentale”. Tale approccio sarebbe fortemente influenzato dagli Stati Uniti d’America. è questo quanto emerge dalle affermazioni del Ministro degli esteri della Federazione Russa Sergei Lavrov: «(…) il corso degli eventi è diventato irreversibile e non vi è alcuna intenzione di sopportare le azioni sovversive intraprese dall’occidente, che spinge per un ordine basato sulle regole e sulla sostituzione del diritto internazionale calpestato dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti». (19) Il tentativo dell’occidente, nella ricostruzione russa, sarebbe quello di «trasformare la più antica organizzazione europea in un altro luogo dove vengono esaltati i mantra della supremazia e del narcisismo dell’occidente». (20)

I rapporti tra il Consiglio d’Europa e la Federazione Russa non sono mai stati distesi, ma è soprattutto dal 2010, con ripetuti interventi della Corte costituzionale russa, che si è assistito a una lettura sempre più critica delle posizioni dell’organizzazione sovranazionale europea. Nel 2014 è stata approvata una legge federale che ha previsto che qualora la decisione di un «organo interstatale per la tutela dei diritti umani e delle libertà dell’uomo» si ponesse come ostacolo rispetto all’applicazione di leggi nazionali, sarebbe stato possibile presentare un ricorso alla Corte costituzionale al fine di verificare la costituzionalità di tali disposizioni. (21) Gli studiosi di diritto e religione ricorderanno il ruolo decisivo giocato dalla Federazione Russa nel ribaltamento della decisione della seconda sezione della Corte europea dei diritti dell’uomo da parte della Grande Camera della Corte nel caso Lautsi c. Italia, relativo all’affissione del crocifisso nelle scuole pubbliche. dopo la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo del 2009 Hilarion, metropolita di Volokolamsk e Presidente del dipartimento per le relazioni della Chiesa ortodossa russa, inviò una lettera all’allora Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone molto critica dell’operato della Corte: «Tenendo conto del fatto che le decisioni della Corte europea dei diritti dell’uomo hanno chiaramente perso qualsiasi connessione con la realtà giuridica e storica in cui vivono molti europei, e che la Corte si è trasformata in uno strumento di promozione dell’ideologia ultra-liberale, crediamo sia importante che le comunità religiose europee possano avviare una discussione circa il suo funzionamento». (22) Particolarmente rilevante è anche la lettera inviata nello stesso periodo dal Patriarca Kirill all’allora Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi con cui si sottolinea come:

«Il patrimonio cristiano dell’Italia e di altri Paesi non dovrebbe costituire oggetto della competenza delle istituzioni europee che si occupano di diritti umani». (23) Non deve allora sorprendere la complessa vicenda politica e giuridica che ha visto la Federazione Russa cessare di essere membro del Consiglio d’Europa. (24)

5.   Conclusioni

 L’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina ha contribuito a riportare in superficie alcune faglie di un conflitto che, silenti, si erano inabissate. dal punto di vista dei diritti umani rilevante, per gli studiosi della protezione, le azioni della Federazione Russa hanno contribuito a rendere ancora più palese la volontà di dominio di Mosca sul vicino ucraino e a ribadire la volontà del Cremlino di attaccare quello che viene percepito come un “monopolio occidentale” sulla teorizzazione e applicazione dei diritti umani. dal punto di vista metodologico la vicenda ucraina conferma la rilevanza transnazionale e geopolitica del fattore religioso come formante delle vicende giuridiche e politiche globali ribadendo il valore aggiunto che un’analisi interdisciplinare può offrire agli studi dell’interazione fra fenomeno religioso e fenomeno giuridico.

Pasquale Annicchino – Ricercatore (Rtd-B) Università di Foggia; Membro del Consiglio per le Relazioni con l’Islam italiano presso il Ministero dell’Interno.

 

1 In una risoluzione del 7 aprile 2022 il Parlamento europeo ha sottolineato come «il regime russo ha intensificato come mai prima d’ora la sua repressione nei confronti di manifestanti pacifici, giornalisti e blogger indipendenti, difensori dei diritti umani e attivisti della società civile, nel tentativo di mettere a tacere qualsiasi critica e opposizione alla sua aggressione militare illegale, non provocata e ingiustificata contro l’Ucraina», il Parlamento europeo ha esplicitamente criticato anche il ruolo del Patriarca Kirill condannando: «il ruolo del Patriarca Kirill di Mosca, capo della Chiesa ortodossa russa, per aver offerto una copertura teologica alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina». Allo stesso tempo ha elogiato «il coraggio dei 300 sacerdoti della Chiesa ortodossa russa che hanno firmato una lettera di condanna dell’aggressione, addolorandosi per il calvario del popolo ucraino e chiedendo di “fermare la guerra”», cfr. Parlamento europeo, Risoluzione del Parlamento europeo del 7 aprile 2022 sulla crescente repressione in Russia, compreso il caso di Aleksej Naval’nyj, 7 aprile 2022, disponibile su: https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2022-0125_IT.html.

2 Nostra traduzione. V. PUTIN, Address by the President of the Russian Federation, 21 febbraio 2022, disponibile su: http://en.kremlin.ru/events/president/news/67828. In apertura del suo discorso Putin sottolinea come: «(…) modern Ukraine was entirely created by Russia or, to be more precise, by Bolshevik Communist Russia. This process started practically right after the 1917 revolution, and Lenin and his associates did it in a way that was extremely harsh on Russia-by separating, severing what is historically Russian land. Nobody asked the millions of people living there what they thought. (…) in 1954, Krushchev took Crimea away from Russia for some reasons and also gave it to Ukraine. In effect, this is how the territory of modern Ukraine was formed.».

3 Cfr. P. ANNICCHINO, The Geopolitics of Transnational Law and Religion. Wars of Conscience and the Framing Effects of Law as a social institution, in S. MANCINI, M. ROSENFELd (a cura di), The Conscience Wars. Rethinking the Balance between Religion, Identity and Equality, Cambridge University Press, Cambridge, 2018, pp. 258-274 ed inoltre P. ANNICCHINO, Geodiritto e religione nella crisi del liberalismo, in Quaderni di Diritto e Politica ecclesiastica, 1, 2021, pp. 85-97.

4 Cfr. V. Pacillo, How the Moscow Patriarchate Projects the Kremlin’s World Geopolitics: Margin Notes to Religious Issues Linked to the Ukrainian War, in dIRESoM, 8 marzo 2022, disponibile su: https://diresom.net/2022/03/08/how-the-moscow-patriarchate-pro- jects-the-kremlins-world-geopolitics-margin-notes-to-religious-issues-linked-to-the- ukrainian-war/.

5 Cfr. P. ANNICCHINO, La guerra ortodossa tra Mosca e Kiev, Domani (inserto Scenari), 18 marzo 2022, disponibile su: https://www.editorialedomani.it/politica/mondo/la-guerra-orto- dossa-tra-mosca-e-kiev-jgryjss.

6 Mediante la diffusione della dottrina del “mondo russo” o “Russkiy mir” la Federazione Russa ha cercato di egemonizzare i rapporti con alcuni Paesi ponendo come base la comune fede ortodossa. Tale dottrina è stata esplicitamente criticata da numerosi teologi, cfr. Public orthodoxy, Una dichiarazione dei teologi ortodossi sulla dottrina del “rus- skiy mir” (“mondo russo”), 13 marzo 2022, disponibile su: https://publicorthodoxy.org/wp-content/uploads/2022/03/Una-dichiarazione-dei-teologi-ortodossi-sul-russkij- mir.pdf.

7 Cfr. G. CIMBALO, Autocefalia vo’ cercando ch’è si cara, in Stato, Chiese e Pluralismo confessionale, 19, 2020, p. 57.

8 Come sottolinea Giovanni Cimbalo, verso la fine del 2018 si è avviata una convergenza «(…) tra il Patriarcato di Kiev (KP) con ai vertici Filaret (denysenko), la Chiesa ortodossa Autocefala Ucraina (UAoC) e alcuni vescovi pro-indipendenza del Patriarcato di Mosca». Tale convergenza ha poi portato alla nascita della Chiesa ortodossa dell’Ucraina, cfr. G. CIMBALo, ibid., p. 52.

9 Cimbalo invita ad esaminare la consistenza della nuova Chiesa: «Per valutare la consistenza della nuova Chiesa va tenuto conto del fatto che il Patriarcato di Kiev ha portato in eredità alla nuova Chiesa 5100 parrocchie, ma questa nuova formazione religiosa è stata indebolita successivamente dalla decisione di Filaret (denysenko) che ha disconosciuto la legittimità delle deliberazioni dei sinodi locali e dichiarato nel giugno 2019 di voler ripristinare il Patriarcato di Kiev dichiarando nullo il Sinodo che ha dato vita alla Chiesa ortodossa Ucraina e che lui stesso aveva patrocinato e voluto», cfr. G. CIMBALO, ibid., p. 53.

10 Cfr. in proposito V. ROZANSKIJ, Patriarca Kirill: non ci separeremo dagli ucraini, Asianews, 30 maggio 2022, disponibile su: https://www.asianews.it/notizie-it/Patriarca-Kirill:- non-ci-separeremo-dagli-ucraini-55916.html.

11 P. ANNICCHINO, Kirill trasforma la guerra di Putin in una crociata contro il “Grande Satana”, in Domani, 9 marzo 2022, disponibile su: https://www.editorialedomani.it/politica/mondo/ kirill-crociata-satana-russia-csxxqeqm.

12 Cfr. P. ANNICCHINO, L’apocalisse panslavista di Kirill al servizio di Putin, in Domani, 9 marzo 2022, disponibile su: https://www.editorialedomani.it/politica/mondo/guerra-ucraina- russia-kirill-putin-relazioni-kgb-hgaoqdqf.

13 Nostra traduzione. Il testo dell’intervento è disponibile in russo al seguente indirizzo: http://www.patriarchia.ru/db/text/5906442.html.

14 Cfr. P. ANNICCHINO, Bucha, il patriarca Kirill benedice tutti gli orrori della guerra per sostenere Putin, in Domani, 3 aprile 2022, disponibile su: https://www.editorialedoma-ni.it/idee/com- menti/bucha-il-patriarca-kirill-benedice-tutti-gli-orrori-della-guerra-per-sostenere- putin-jp4347k8.

15 Nelle conclusioni gli autori del rapporto scrivono: «All the above indicates that Patriarch Kirill of Moscow and All Russia has inspired, incited, justified, aided and abetted the war crimes (Art. 8) and crimes against humanity (Art. 7) committed by the Russian armed forces in Ukraine», cfr. Human Rights Without Frontiers, Russia: Patriarch Kirill should be prosecuted by the ICC, according to a NGO, 21 aprile 2022, disponibile su: https://hrwf.eu/russia-patriarch-kiril-should-be-prosecuted-by-the-interna-tional- criminal-court-icc-according-to-a-ngo-report/.

16 Per un’introduzione cfr. K. STOECKL, The Human Rights Debate in the External Relations of the Russian Orthodox Church, in Religion, State and Society, 40, febbraio 2012, pp. 212-Cfr. anche P. ANNICCHINo, Esportare la Libertà Religiosa. Il Modello Americano nell’Arena Globale, Il Mulino, Bologna, 2015.

17 Fondamenti della concezione sociale della Chiesa Ortodossa Russa, 6, capitolo III, citato in G. CODEVILLA, Chiesa e Impero in Russia, Jaca Book, Milano, 2011, p. 585.

18 Cfr. K. STOECKL, The Russian Orthodox Church and Human Rights, Routledge, London- New York, 2014 ed inoltre J. MoURAo PERMoSER, K. SToECKL, Reframing human rights: the global network of moral conservative homeschooling activists, in Global Networks-A Journal of Transnational Affairs, 21, 4, 2021, pp. 681-702 e K. SToECKL, The rise of the Russian Chris- tian Right: the case of the World Congress of Families, Religion State & Society, 48, 4, 2020, 222-238.

19 TASS, Russia to cease participation in Council of Europe, Foreign Ministry says, 10 marzo 2022, disponibile su: https://tass.com/politics/1419627?utm_source=google.it&utm_me- dium=organic&utm_campaign=google.it&utm_referrer=google.it.

20 Ibid.

21 Cfr. anche per riferimenti al noto caso Markin, P. ANNICCHINO, L’addio della Russia al Consiglio d’Europa era già scritto. Nella teologia, in Domani, 11, marzo 2022, disponibile su: https://www.editorialedomani.it/politica/mondo/addio-russia-consiglio-europeo- teologia-v4xvyyy0.

22 Cfr. P. ANNICCHINo, Winning the Battle by Losing the War. The Lautsi Case and the Holy Alliance between American Conservative Evangelicals, the Russian Orthodox Church and the Vatican to Reshape European Identity, in Religion and Human Rights: an International Journal, vol. 6, 2011, pp. 213-219.

23 Ibid.

24 Per una puntuale ricostruzione cfr. C. ZANGHì, La problematica partecipazione della Fe- derazione Russa al Consiglio d’Europa: dall’ammissione alla perdita di status di membro, in Ordine internazionale e diritti umani, 2022, pp. 318-342.

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