ABSTRACT
Nel Preambolo del Trattato di Lisbona è scritto che l’Unione si ispira alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell’Europa, da cui si sono sviluppati i valori universali dei diritti inviolabili ed inalienabili della persona. Il riferimento alle eredità religiose conduce direttamente al ruolo che hanno giocato le Religioni nel definire
l’identità europea. Il contributo intende cogliere e analizzare il significato dinamico delle eredità passate, valutando l’incidenza che ancora oggi possono avere le Religioni rispetto all’evoluzione politica, giuridica, e all’unificazione europea. Conciliare l’unità e la pluralità pone l’esigenza di riscoprire nelle radici, nelle eredità e nelle identità i termini di un linguaggio plurale e inclusivo che dovrebbe favorire i processi di unificazione politica, in controtendenza rispetto a categorie ed usi strumentali e politicamente divisivi. Un’identità non è mai la somma algebrica di
tante identità, né la sintesi di esse, ma la predisposizione di un modello aperto all’accoglimento di valori che di volta in volta la comunità politica sentirà e proporrà come valevoli inter homines.