Ilenia Ruggiu
Professoressa Ordinaria di Diritto costituzionale, Dipartimento di Giurisprudenza, Università di Cagliari.

ABSTRACT: Dopo aver ripercorso l’ascesa della sicurezza nella scala di valori costituzionali, il contributo analizza come la sicurezza è stata usata, in Italia, per limitare alcune pratiche religiose e culturali. Attraverso gli esempi delle restrizioni ai luoghi di culto in luoghi non ufficiali, e i limiti posti al porto del kirpan e al burqa, il lavoro si interroga se tali limiti, apposti in nome della sicurezza, non rischino, in realtà, di generare insicurezza secondo anche quanto osservato dalle linee guida Libertà di religione o convinzione e sicurezza, 2019 OSCE. Secondo tale documento, infatti, una cultura della discriminazione e del sospetto religioso incentiva l’insicurezza poiché spinge le minoranze a chiudersi in sé stesse sentendosi minacciate e non accolte dalla maggioranza. Il lavoro osserva che spesso i rischi alla sicurezza rilevati in pratiche religiose dallo stato italiano derivano dal fatto che le stesse non sono lette antropologicamente indossando le lenti culturali della minoranza: ad esempio, la lettura del kirpan come un coltello è fuorviante. Usando gli strumenti dell’antropologia il lavoro cerca di tradurre le pratiche religiose in un modo comprensibile dalla maggioranza e congruente con il loro reale significato antropologico. Nelle conclusioni, il lavoro propone un test religioso e culturale quale strumento di bilanciamento che possa guidare il giudice e il legislatore nel decidere se dare prevalenza ai diritti religiosi e culturali o alla sicurezza.

After having traced the rise of security in the scale of constitutional values, the contribution focuses on how security has been used, in Italy, to limit some religious and cultural practices of migrants. Through the examples of restrictions on places of worship in unofficial spaces, and the limits placed on the wearing of the kirpan and the burqa, the work questions whether these limits, imposed in the name of security, do not actually risk generating insecurity. In fact, according to what is observed by the OSCE Freedom of Religion or Belief and Security: Policy Guidance, 2019, a culture of discrimination and religious suspicion encourages insecurity as it pushes minorities to withdraw into themselves and feeling threatened by the majority. The work observes that often the security risks detected in migrant’s religious practices by the Italian institutions derive from a lack of anthropological analysis: for example, the reading of the kirpan as a knife is misleading. Using the tools of anthropology, the work seeks to translate religious practices in a way that is understandable by the majority and congruent with their real meaning. In the conclusion, the work proposes a religious and cultural test as a balancing tool that can guide the judge and the legislator in deciding whether to give precedence to religious and cultural rights or to security.

Info sull'autore

aidlr