Ilaria Amelia Caggiano
Professoressa Ordinaria di Diritto privato, Dipartimento di Scienze Giuridiche ed economiche, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Research Center of European Private Law (ReCEPL).

ABSTRACT: Da tempo, la digitalizzazione interessa anche le pratiche religiose, i rapporti tra credenti, la stessa formazione delle comunità religiose, attraverso la comunicazione online di contenuti religiosi, la diffusione di app, l’informatizzazione dei dati delle comunità. Al di là dei possibili rischi derivanti dalla trasposizione digitale delle relazioni umane e di una spiritualità che trovi il suo unico referente in uno strumento digitale, la dimensione virtuale ha rappresentato e può costituire uno strumento di rafforzamento della religiosità e di supporto alle confessioni, fino all’utilizzo di metodologie di intelligenza artificiale o dispositivi robotici in grado di automatizzare il conforto spirituale e i riti religiosi. Emergono due ordini di problemi in relazione alle informazioni digitali in grado di rilevare il credo religioso di persone fisiche: i rischi di discriminazione derivanti dall’utilizzo autorizzato e non di tali dati anche da terze parti, proprio in ragione del carattere “sensibile” dei dati raccolti o inferiti; la creazione di software che potrebbero esercitare forme di controllo sull’individuo. A partire da tali questioni, il contributo intende verificare quale ruolo abbia la disciplina della protezione dei dati personali nella mitigazione dei rischi sopra menzionati. I rischi relativi al trattamento dei dati religiosi richiamano l’attenzione sul contenuto di tali misure, sull’analisi comportamentale degli interessati, nonché sull’opportunità di valutazioni di scenario rispetto allo sviluppo sostenibile della società, laddove la nozione di sostenibilità sociale include la tenuta dei diritti fondamentali e la loro configurazione nella realtà algoritmica.

For some time now, digitization has also affected religious practices, relationships among believers, and the very formation of religious communities, through online communication of religious content, the dissemination of apps, and the computerization of community data. Beyond the possible risks of the digital transposition of human relationships and of a spirituality that finds its sole referent in a digital tool, virtual dimensions have represented and can constitute a tool for strengthening religiosity and supporting confessions, even to the extent of using artificial intelligence methodologies or robotic devices capable of automating spiritual comfort and religious rituals. There are two sets of problems related to the digital information stemming from this extensive phenomenology (i.e. that information capable of detecting the religious beliefs of individuals): the risks of discrimination arising from the authorized and unauthorized use of such data even by third parties, precisely because of the “sensitive” nature of the data collected or inferred; and the creation of software that could exercise forms of control over the individual. Starting from these issues, the contribution aims to ascertain what role the data protection framework has in mitigating the above-mentioned risks. The risks related to the processing of religious data draw attention to the content of these measures, the behavioral analysis of the data subjects, and the appropriateness of scenario assessments with respect to the sustainable development of society, where the notion of social sustainability includes the resilience of fundamental rights and their concrete design in the algorithmic reality.

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